Nel tentativo di identificare con i partnere l’approccio più efficace per un intervento di prevenzione del fenomeno della dispersione scolastica (in inglese ESL – Early School Leaving), abbiamo analizzato molti esempi di buone pratiche offerte da altri progetti finanziati da Erasmus +, cercando di capire se esistesse un ambito che altri non hanno esplorato. Siamo rimasti sorpresi dal fatto che, mentre tutti i progetti riguardanti il tema della dispersione scolastica avevano come principali beneficiari gli studenti, pochissimi mettevano l’accento sugli insegnanti come attori chiave del fenomeno. Non si presuppone infatti che i docenti, sebbene specialisti, siano coinvolti e impegnati sul tema dispersione scolastica, e pertanto non si pone una particolare attenzione sulla loro formazione e ulteriore supporto sulla questione.
Il nostro progetto si propone di investire negli insegnanti come combattenti di prima linea in questa lotta comune all’abbandono scolastico. Il progetto RESCUE fornirà supporto agli istituti scolastici nel combattere l’ESL attraverso formazione al personale docente, finalizzata a rafforzare competenze e un approccio collaborativo con i colleghi, gli studenti, le famiglie e gli altri attori coinvolti.
Tuttavia, il fenomeno della dispersione scolastica è il risultato di una serie di fattori non necessariamente legati all’educazione: scarsa attenzione da parte dei genitori, infrastrutture e trasporti carenti, scarso supporto economico e sociale per i ragazzi a rischio e le loro famiglie, mancanza di una prevenzione efficace, collaborazione discontinua con le istituzioni.
Al tempo stesso gli insegnanti non possono agire da soli e, soprattutto, è necessario che siano supportati. Per questo motivo, si intende rafforzare in modo significativo il ruolo istituzionale della scuola nella prevenzione della dispersione scolasìtica e nel coinvolgimento degli altri attori della comunità educante nell’identificazione di situazioni di rischio.
I docenti, le scuole e anche i partenariati scuola-comunità possono agire solo fino a dove non intervengono altri fattori di rischio dispersione, come condizioni economiche, sociali, scarse infrastrutture e livelli decisionali più alti. Considerate le limitazioni temporali e finanziarie, il progetto non è in grado di avere un impatto su tali fattori; si rivolgerà dunque solo a ragazzi e ragazze a rischio dispersione che hanno accesso alla scuola, e che sono già a scuola. Il progetto è su base educativa e non sociale.
Il progetto intende affrontare queste sfide realizzando uno sistema di prevenzione del fenomeno ESL – Early School Leaving, che non sia solo un sistema generico formale utilizzato internamente dalle scuole, bensì uno sistema ben definito, accessibile e condiviso dalla comunità educante.
Questo sistema avrà una giustificazione intrinseca della sua esistenza e un suo proprio obiettivo. Furger (2008) spiega che i giovani studenti abbandonano la scuola per svariate ragioni: alcune legate alle loro proprie difficoltà e capacità, altre legate alle loro famiglie ed all’ambiente familiare, altre alle relazioni (percepite) con la scuola e gli insegnanti, etc. Quindi non verranno considerati come unici elementi dirischio le assenze ingiustificate e frequenze discontinue, come attualmente avviene. Gli strumenti che intendiamo creare aiuteranno gli insegnanti ad identificare e interpretare una moltitudine di altri tipi di segnali e ad inserirli nel sistema che genererà automaticamente un insieme di azioni. Questo insieme di azioni sarà generato nella scuola e dalla scuola, ma si rifletterà anche all’esterno della scuola attraverso tutti i portatori di interessi: in famiglia, nei loro gruppi di amici etc, ovunque il fattore di rischio spinga gli studenti ad abbandonare prematuramente la scuola.